Perché non si attacca? Avrò abbastanza latte; sarà sufficientemente nutriente? Perché il seno fa molto male e mi trovo in perenne lotta tra il perseverare o il mollare tutto?
A molti di questi interrogativi possiamo dare risposta e trovare soluzioni con un adeguato attacco al seno del neonato/bambino durante l’allattamento!! Vediamo Come e perché!
Sembra banale e scontato attaccare il proprio figlio al seno, eppure non è così, poiché tante volte ci troviamo di fronte a mille incertezze.
In un articolo precedente dal titolo “Allattamento al seno: quanti e quali cambiamenti fisici comporta!”, ho fatto cenno al fatto che, durante l’allattamento, il corpo funziona seguendo meccanismi fisiologici innati.
Essi si intersecano con competenze che si possono apprendere, sia lasciandosi guidare dall’istinto nella relazione col cucciolo, sia facendosi aiutare in caso di necessità, poiché qualsiasi evento, pur naturale che sia, necessita di tempo e pazienza per essere conosciuto e vissuto nel pieno rispetto delle proprie esigenze ed emozioni!
Prendendo in considerazione le competenze che ogni donna può apprendere, ritengo indispensabile che ognuna possa avere anzitutto le corrette informazioni, poiché solo quando siamo a conoscenza di come stanno le cose, possiamo attuare delle scelte consapevoli, sentendoci più libere da dubbi e sensi di colpa.
Vi propongo quindi consigli pratici per un corretto attacco del cucciolo.
L’ ATTACCO AL SENO
Affinché l’attaccamento al seno sia adeguato, il bimbo non deve prendere in bocca solo il capezzolo, ma anche l’areola. Il mento va quindi a contatto col seno della mamma e il labbro inferiore deve essere estroflesso.
Attacco corretto: immagine di sinistra
Attacco non corretto: immagine di destra
Una corretta posizione della bocca del bimbo implica che l’areola inferiore sia meno visibile di quella superiore.
La mamma può (PUO’, NON DEVE!!) con la mano aiutare/sostenere la posizione del seno, ma deve tenere il seno in modo corretto: non si deve schiacciare vicino all’areola perché in quel modo si strizzano i condotti galattofori per cui si ostacola la fuoriuscita di latte; non si devono tenere le dita a forma di forbice intorno all’areola; non si deve tenere un dito sulla parte alta dell’areola per il timore che il neonato possa soffocare tenendo il nasino a contatto col seno. Il bimbo non soffoca, non c’è alcun rischio.
Il seno può essere sostenuto tenendo con la mano aperta la parte bassa del seno e usando il pollice per “accompagnare” la parte superiore verso il bimbo. Ricordiamo, però, che la mamma deve stare in una posizione comoda e portare il bimbo verso il seno, non viceversa.
A livello di posizione è importante che il bimbo sia rivolto verso la mamma, che sia ben sorretto e che testa, spalla, anca siano in linea.
Cause di un attacco inadeguato:
-uso del biberon o tettarelle: nella fase iniziale può creare confusione nel bambino rispetto all’apprendere come succhiare correttamente, perché è diverso quello che il bimbo fa succhiando al seno e succhiando dal biberon
-inesperienza della madre
-difficoltà funzionali: bimbi di basso peso fanno più fatica ad attaccarsi
-capezzolo poco protrattile
-ingorgo
-inizio ritardato della poppata
-frenulo corto
-mancanza di sostegno: poco aiuto in casa medici, ostetriche, puericultrici non sufficientemente addestrati
Conseguenze di un attacco inadeguato:
dolore e danno al capezzolo (capezzolo dolente e possibile insorgenza delle ragadi)
seno non adeguatamente svuotato (ingorgo mammario)
produzione di latte apparentemente insufficiente. Questo può portare a scontrarci con bimbi insoddisfatti che quindi vogliono attaccarsi di continuo / bimbi delusi che non si attaccano volentieri. Valutare il corretto attaccamento al seno può essere sufficiente a risolvere il problema.
seno che produce meno latte porta ad un minore aumento di peso del neonato, ma tante volte la non adeguata produzione di latte come quantità deriva da una non corretta posizione di attacco al seno
Chiedete aiuto se siete in difficoltà! Non abbiate timore a rivolgervi al personale di reparto in ospedale, alle ostetriche, ad operatrici territoriali!
E’ umano e normale avere la necessità di essere seguite e supportate, anche in una azione che sembra così ovvia per madre natura eppure che implica così tanti aspetti da poterci mettere in crisi!
Dottoressa Francesca Quartero
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa